"Chi siamo" e altri dubbi esistenziali

Come scrivere un "chi siamo" che funziona

Ci sono cose che ai clienti non dico. Oppure dico, con qualche giro di parole.
L’esperienza mi ha insegnato che molto spesso un professionista ha un’elevata considerazione di sé e del proprio lavoro.

Eppure, al momento di mettere questo sentimento nero su bianco, nella sezione “Chi siamo” di un sito web, ecco che la devozione si scioglie, come neve al sole, lasciando nient’altro che un’imbarazzante tabula rasa.

Spesso mi sono chiesta il perché. Forse l’amore per se stessi, come tutte le forme d’Amore, è tanto facile da capire quanto difficile da spiegare. O forse è solo timidezza.

Di una cosa sono sicura, su questo tema le persone sono sensibili e a me non mi piace urtare la sensibilità di qualcuno. Perciò, ho raccolto alcune delle risposte più antipatiche sulle quali ho rimuginato scrivendo i testi delle pagine “Chi siamo” di questi volubili amanti.

Così non offendo nessuno, ma posso dire lo stesso quello che penso.

«Non serve perché tanto non lo legge nessuno»

Amleto diceva “Essere, o non essere, questo è il dilemma”.

Sorvolando sulle implicazioni filosofiche della più celebre riflessione shakespeariana, noi siamo. Su questo non c’è dubbio, siamo qualcosa: siamo genitori, figli, mariti, mogli, fidanzati, professionisti, lavoratori, artisti.
Quindi non è affatto vero che non hai niente da mettere nella pagina “Chi siamo”. Se hai investito tempo e denaro per un sito web, di certo sei qualcuno che è qualcosa. Dimostralo.

«Ma sì, metti una roba a caso! (Tanto non la legge nessuno)»

L’attenzione dell’interlocutore è da sempre l’unica ragione di vita per molti esperti di marketing.
Spesso però non ce n’è abbastanza per tutti. Il web ha reso le persone tremendamente snob e selettive perché ha aumentato a dismisura l’offerta di messaggi che ambiscono a catturarne l’attenzione.
Per questo motivo anche i contenuti di basso valore qualitativo, se ben “comunicati”, possono raggiungere un pubblico molto più vasto rispetto al passato.
Il web ha cancellato i compromessi: ora il pubblico presta attenzione solo ai messaggi di qualità, a patto che siano anche interessanti e coinvolgenti. Il resto viene ignorato senza alcun senso di colpa.

Aggettivi inflazionatissimi delle pagine “Chi siamo” dei siti aziendali italiani, “giovane” e “dinamico” ormai hanno lo stesso sapore di “vecchio” e “stantio”.

«Nel “Chi siamo” mettiamo il curriculum!»

Il tuo curriculum è senz’altro il modo più veloce per descriverti dal punto di vista professionale, ma di solito l’utente web cerca qualcosa di diverso: vuole conoscerti prima come persona, e poi come professionista.

Lo scopo della pagina “Chi siamo”, in un sito, è quello di accorciare il più possibile l’abisso tecnologico che separa chi scrive da chi legge. Non ha molto senso presentarsi porgendo la Carta d’Identità invece di una mano cordiale e amichevole.

Quindi, fatti una bella foto che ti renda giustizia e racconta chi sei. I dati anagrafici nudi e crudi sono roba per burocrati noiosi.

Se nel tuo campo però il curriculum vitae riveste una certa importanza, puoi sempre mettere un link che permetta di stamparlo o scaricarlo, per leggerlo con calma.

«Serve a dimostrare la mia professionalità!»

Sì, ma con grazia.
Il mio dentista aveva nel suo studio un esercito di attestati e pergamene schierato in un perfetto assetto da battaglia. Di certo, quei documenti contenevano una sacco di informazioni utili sulle sue competenze professionali e la sua preparazione accademica, ma per me erano semplicemente terrificanti.

Ora ho cambiato dentista. Quello nuovo, nello studio ha le foto dei suoi figli: tre simpatici bambinetti biondi con le ginocchia sbucciate e degli enormi, candidi e sanissimi sorrisi.

«La mia azienda è “giovane e dinamica”!»

Aggettivi inflazionatissimi delle pagine “Chi siamo” dei siti aziendali italiani, “giovane” e “dinamico” ormai hanno lo stesso sapore di “vecchio” e “stantio”.

La concorrenza sul web è enorme e distinguersi richiede un certo sforzo, ma fa tutto parte del gioco. La rete, come la fortuna, premia gli audaci. Se sei davvero “giovane e dinamico” allora sai cosa vuol dire creare qualcosa di innovativo, fresco, originale.

«Parliamo del prodotto»

Quasi tutto il tuo sito web è una vetrina per i tuoi prodotti, i servizi che offri, la tua azienda. La pagina “Chi siamo”, invece, è dedicata a te e a tutte le persone che rendono la tua attività qualcosa di più di un insieme di macchinari, espositori, archivi, fatture, fotocopiatrici, computer e scrivanie.
Per i prodotti e i servizi ci sono sezioni apposite. In genere si chiamano “Prodotti” e “Servizi”. Questa è la pagina “Chi siamo”, bisogna scriverci chi sei tu, non cos’è quello che vendi.
Perché non provare piuttosto a creare una certa “familiarità” con il cliente, in modo da convincerlo all’acquisto?

«Io mi sono fatto “il mazzo”! Valgo molto di più dei miei concorrenti!»

Non so come dirtelo, ma non sei l’unica persona sulla Terra che mette dedizione e passione in quello che fa, lavorando anche 18 ore al giorno per soddisfare le esigenze del cliente.

L’amore per il proprio lavoro è una malattia ancora piuttosto diffusa, anche se non mancano, in tutti i campi, i “professionisti improvvisati” e quelli poco competenti.

Quello che vali va dimostrato sul campo: un portfolio dei tuoi lavori, le recensioni dei clienti soddisfatti, le testimonianze, i commenti, i complimenti ricevuti, sono tutte armi a tua disposizione per dimostrare chi sei davvero.

Non dimenticare mai di chiedere ai clienti di descrivere la loro esperienza con te e la tua azienda!

Sabrina Ianiro
Backend developer, Experimental programmer, Dedicated teacher & Lifelong learner
Multipotenziale di stampo nettamente simultaneo, mi occupo di sviluppo software, comunicazione e formazione.
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